Consigli per gli acquisti

Sono le 20:00 circa del 26 ottobre 2010. Intervenuti 12 consiglieri su venti, numero legale raggiunto, semaforo verde all’assise. Troppo bello per essere vero…vero? Indovinato! Proprio così, perché quando tutto sembrava pronto per dare inizio alle ostilità, il Di Dato segnalava come la maggioranza fosse, diciamo così, in “minoranza”, in aula. A carte quarant’otto, di nuovo. Niente discussione, niente litigate, niente parapiglia. Insomma, niente Consiglio. Ci sarebbe da mettere a posto la questione del revisore dei conti, o l’annosa faccenda relativa alla TARSU, la già precedentemente differita “disciplina degli autoservizi pubblici non di linea Taxi e N.C.C.” e compagnia cantante. Be’, chissenefrega. Meglio lasciar spazio alla politica, quella con la “p” maiuscola. E così, l’indomani, giù accuse  da mancina: «l’assenza dei consiglieri evidenzia la crisi della maggioranza», dice Grillo (l’altro). «L’abbandono dell’aula è stato strumentale. Sarebbero dovuti restare, almeno per i punti da loro stessi richiesti», di rimando il Sindaco.

La solita caciara, in sostanza. Parole, parole, parole al vento, mentre la cittadinanza beata dorme. E pensare che ciascuna seduta, tra indennità, straordinari “e quant’altro” costa alle casse comunali all’incirca 1000 euro.

“Non v’è nemico peggiore del cattivo consiglio”, sosteneva Socrate. Ecco, i nostri, oltre ad essere cattivi, vengono pure piuttosto cari.

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