Blitzkrieg
È durata un lampo, un battito di ciglia l’Assise Comunale del 22/07 a Cercola. Il Consiglio, previsto per le ore 19:00 presso la struttura teatrale in via dei Platani, ha avuto inizio con un’abbondante mezzoretta di ritardo, tempo necessario, pare, per l’ottimale degustazione di un saporito espresso. All’Ordine Del Giorno della convocazione straordinaria la discussione delle modifiche al Piano Regolatore in ossequio alla Legge Regionale 16/04, secondo cui, non si sa bene per quale logica, nella categoria di “impianti produttivi”, oltre ai canonici agricoltura, artigianato, commercio e turismo, rientrerebbero pure “i servizi resi dalle banche e dagli intermediari finanziari”, nonché i “servizi di telecomunicazioni”. Cosa questi ultimi producano, comunque, se non soldi a palate, resta francamente un gaudioso mistero. Ma ritorniamo a noi, suvvia. Ebbene, faticosamente raggranellato l’oramai fatidico numero legale (presenti una dozzina di consiglieri su venti) , si dava inizio al dibattito. Prima, però, spazio alla consueta bagarre di accuse e repliche infuocate. La parola al consigliere Fiengo il quale, in risposta ad una querelle condotta a mezzo stampa, si diceva affatto disgustato dal comportamento del sindaco, reo, sembrerebbe, di aver eccepito l’autenticità delle firme apposte in calce alla richiesta di convocazione del consesso presentata da alcuni esponenti dell’opposizione. Da lì in poi, il Caos, con lettera rigorosamente maiuscola: grida, minacce, strepiti, inviti “a lavurà”; insomma, una caciara senza precedenti. Caciara che, nonostante la massiccia presenza di pubblico (non pagante), non accennava a placarsi neppure all’uscita, nonostante qualche timido tentativo di pseudoriconciliazione. Per la cronaca, la seduta si è sciolta senza minimamente entrare nel merito della questione, senza cioè che nulla di quanto in agenda potesse venire ad esser conosciuto dalla cittadinanza. Ma questa, ahinoi, non è più una notizia.
Ero presente e posso dire che non è stato per niente un bel vedere… soprattutto se si pensa che “sta gente” non ha nemmeno la decenza di portare avanti un discorso in maniera perlomeno civile…
Comunque all’inizio della seduta i cittadini venivano definiti “il pubblico” e non riuscivo a capire il perché…
A fine seduta ho capito che uno spettacolo del genere prevede “il pubblico”.
Infine dissento sul fatto di far parte di un pubblico non pagante, in quanto gli “attori” sono ben pagati dalle tasche dei cittadini…
Pertanto spero che dalla prossima volta si degnino almeno di avere rispetto di chi anche con mille difficoltà cerca di partecipare alla vita politica del paese…