Il sogno di Woodstock

“La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere?”, è il leitmotiv che da tempo immemore accompagna le notti insonni di migliaia di italiani. Quelle stesse migliaia (“alcune”, per la precisione…) che secondo Il Resto del Carlino affollavano l’Ippodromo di Cesena durante la prima giornata della Woodstock 5 Stelle, quelle stesse “alcune migliaia” passate ad essere “almeno 30” (migliaia, s’intende!) nel giro di poche ore, e che alla fine saranno state circa 180.000, 200.000, o forse 20.000 in tutto, anime, stavolta, come se la quantità fosse di per sé necessaria alla legittimazione di un’Idea, di una speranza, la speranza di un futuro diverso, senza inceneritori, senza morti ammazzati, senza cemento, senza Mafie, senza inciuci di palazzo. Un futuro di riappropriazione dei diritti fondamentali: lo studio, la vita, le libertà personali. Perché in fondo Woodstock è stato soprattutto questo; la concretizzazione di un’utopia, l’assembramento spontaneo di una società vessata, depredata della propria dignità, una società che ha scelto di essere protagonista della propria Storia, afferrandone saldamente le redini impazzite, una società finalmente viva. 20.000, 30.000, 200.000. In fondo, chissenefrega.

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3 risposte

  1. Danilo ha detto:

    “Siamo vivi!”

  2. giovanni ha detto:

    D’ora in avanti dovranno fare i conti anche con noi!

  3. angelo ha detto:

    Finalmente una due giorni all’insegna della civiltà, spensieratezza e con tante speranze per il futuro…

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